La transizione verso le auto elettriche è in pieno svolgimento, segnata dalla necessità di ridurre le emissioni e limitare l’uso di risorse non rinnovabili come il petrolio. In questo contesto, la Cina ha saputo anticipare i tempi, investendo massicciamente nel settore elettrico e acquisendo un importante vantaggio tecnologico. A ciò si aggiungono costi di produzione più bassi, che hanno permesso alle auto cinesi di entrare in massa nei mercati internazionali, compreso quello europeo.

Per contrastare questa “invasione” e proteggere i produttori locali, l’Unione Europea ha deciso di imporre dazi doganali sulle auto cinesi. Tesla, ad esempio, dovrà pagare un dazio aggiuntivo del 9% per i veicoli prodotti in Cina. Altre case cinesi, come BYD e Geely, dovranno affrontare dazi rispettivamente del 17% e 19,3%, mentre la SAIC subirà una tariffa più alta, pari al 36,3%. Questi dazi sono stati leggermente ridotti rispetto alle stime di luglio, a seguito della correzione di un errore tecnico nel calcolo.

Nonostante la resistenza della Camera di commercio cinese presso l’UE e l’opposizione dei produttori cinesi, l’Europa ha offerto ai costruttori la possibilità di collaborare per ottenere dazi più bassi. Tuttavia, l’introduzione di queste misure ha già suscitato reazioni: i dati di Dataforce mostrano un calo del 45% delle vendite delle auto cinesi in Europa nel mese di luglio. Questo dato potrebbe rappresentare un primo segnale dell’impatto dei dazi.

La situazione varia da paese a paese:

• in Germania, la quota di mercato delle auto cinesi è scesa dal 13% all’8%;
• in Francia è passata dall’8% al 5%;
• in netto contrasto il Regno Unito, che non fa più parte dell’UE e non ha quindi introdotto dazi, ha visto un aumento delle vendite cinesi a luglio.

La situazione resta fluida, e solo i prossimi mesi diranno se i dazi europei influenzeranno significativamente il mercato delle auto elettriche cinesi.

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Fonte: virgilio.it
Foto principale: ThisIsEngineering su pexels