L’Ue punta anche sul riciclo dei rifiuti tecnologici per mettere in sicurezza gli approvvigionamenti di materie prime critiche
Ostacoli al riciclo delle materie prime critiche dai Raee: dalla raccolta alle autorizzazioni
L’Unione Europea ha posto il riciclo dei rifiuti tecnologici al centro delle strategie per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime critiche. Tuttavia, le imprese italiane attive nel settore del waste management avvertono che senza superare alcune sfide cruciali legate alla raccolta, alle autorizzazioni e ai finanziamenti, gli ambiziosi obiettivi dell’UE rischiano di rimanere lettera morta.
Le imprese italiane sottolineano che è essenziale creare le condizioni per sviluppare una rete adeguata di impianti promuovere il riciclo dei rifiuti tecnologici a fini di sicurezza delle materie prime critiche. Senza queste infrastrutture, gli obiettivi ambiziosi proposti dalle istituzioni europee potrebbero non essere raggiunti. Attualmente, la discussione dell’UE riguarda il nuovo regolamento sulle Materie Prime Critiche, (la Commissione che propone un obiettivo di riciclo complessivo del 15% entro il 2030), mentre gli Stati membri mirano al 20%, e gli europarlamentari vogliono un obiettivo specifico del 10% per ciascuna Materia Prima Critica Strategica. L’industria nazionale gestisce oggi infatti oltre 500mila tonnellate di Raee, limitandosi però a un primo trattamento finalizzato quasi esclusivamente al recupero di metalli come ferro, rame e alluminio mentre per materie prime critiche come litio, cobalto, indio, gallio, e ‘terre rare’, più difficili da estrarre, i tassi di riciclo restano di gran lunga al di sotto del 10%.
Per estrarre materie prime critiche presenti in quantità ridotte negli apparecchi elettronici, servono costosi processi industriali come l’idrometallurgia o la pirometallurgia. Ma i tassi di raccolta di Raee attuali non consentono di raggiungere le economie di scala necessarie per rendere questi investimenti redditizi. Ad esempio, entro il 2019, avremmo dovuto raccogliere il 65% in peso delle apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti, ma siamo solo al 34%, il terz’ultimo tra gli Stati membri dell’UE. La burocrazia italiana rappresenta un ulteriore ostacolo, con autorizzazioni che richiedono troppo tempo da ottenere, a differenza di altri paesi europei. La proposta dell’UE suggerisce un limite di 12 mesi per le autorizzazioni, ma è necessario semplificare ulteriormente il processo.
Per raggiungere l’obiettivo del 15% di riciclo delle materie prime critiche entro il 2030, sono necessari notevoli investimenti in nuovi impianti. Tuttavia, non è ancora chiaro come verranno finanziati questi progetti, se attraverso la ricerca o il supporto economico alla scala industriale. In conclusione, se l’Italia riesce a superare queste sfide, potrebbe conquistare una posizione di leadership nell’UE nel settore del riciclo delle materie prime critiche dai Raee. Tuttavia, è essenziale che il quadro regolatorio sia chiaro, le procedure autorizzative semplificate e siano disponibili finanziamenti adeguati per supportare questa importante transizione.
Pomili Demolizioni Speciali Srl, oltre la gestione dei Veicoli Fuori Uso (VFU), con l’acquisizione a febbraio 2022 dell’impianto di Rieti-Cittaducale è autorizzata al trattamento e allo stoccaggio Raee:
- Rottamazione di apparecchiature fuori uso (Raee) contenenti sostanze pericolose e loro componenti, come elencate nell’allegato II del D.Lgs. 14 marzo 2014 n. 49 che svolgono unicamente operazioni di stoccaggio (R13) e reimpiego;
- Rottamazione per il recupero, riciclo, reimpiego di apparecchiature fuori uso (Raee) e loro componenti, come elencate nell’allegato II allo stesso D.Lgs. 49/2014, non contenenti sostanze pericolose.
Fonte: riciclanews.it
Foto principale: Pomili Demolizioni Speciali Srl
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