Seabin è una delle soluzioni messe in atto contro l’inquinamento in mare da rifiuti di plastica
Seabin: il raccoglitore di rifiuti marino
Sono dei grandi cestoni ideati dagli austrialiani Andrew Turton e Pete Ceglinski la cui principale funzione è quella di raccogliere i rifiuti e ripulire i porti dall’inquinamento. Nel 2018 sono stati collocati in 13 tra porti e circoli nautici di tutt’Italia nell’ambito del programma PlasticLess di Lifegate. Quest’anno il progetto si consoliderà ancor di più con l’installazione di altri undici seabin nel nostro paese e nei prossimi mesi verranno inseriti anche porti francesi e londinesi.
Questi cestini vengono immersi in acqua e fissati al pontile con la parte superiore del dispositivo al livello della superficie dell’acqua. Non solo trattengono i rifiuti più grande, ma riescono a trattenere anche le microplastiche che vanno dai 2 ai 5 mm di diametro e soprattutto le microfibre da 0,3 mm che attaccandosi alle alghe e venendo mangiate dai pesci entrano subito a far parte della catena alimentare. Ogni giorno un seabin raccoglie all’incirca un chilo e mezzo di plastica, in un anno invece il totale è di circa 500 Kg per ogni dispositivo come dimostrano i dati di quelli installati a Fano e San Benedetto del Tronto, che finora hanno recuperato 400 chili di detriti – il peso di oltre 26.000 bottigliette di plastica da 500ml.
«Siamo orgogliosi di continuare a supportare il progetto Plasticless, un’iniziativa che si inserisce in pieno nella nostra strategia di sostenibilità», dice Karim Bruneo, Corporate Responsibility manager per l’Europa di Whirlpool, spiegando che «le nostre politiche in quest’ambito non guardano solo all’innovazione di prodotto, ma anche a un coinvolgimento delle comunità in cui operiamo».
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