In Europa raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva “Empowering consumers for the green transition” per vietare pubblicità ingannevoli sugli aspetti green ai consumatori
Nuove norme europee in vista per greenwashing e obsolescenza programmata
Martedì 19 settembre scorso la direttiva “Empowering consumers for the green transition” (Responsabilizzare i consumatori per la transizione verde) ha compiuto un passo essenziale: i funzionari del Parlamento e del Consiglio hanno infatti raggiunto un accordo provvisorio.
La direttiva è stata presentata dalla Commissione europea il 30 marzo 2022, l’obiettivo è “aggiornare le norme dell’UE in materia di tutela dei consumatori per consentire loro di agire a favore della transizione verde”. Per farlo vengono modificate 2 direttive:
- la direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali;
- la direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori.
La proposta è una delle iniziative del Green Deal europeo previste dalla Nuova agenda dei consumatori e dal Piano d’azione per l’economia circolare. La responsabilizzazione dei consumatori, per farne protagonisti della transizione ecologica, “deve essere raggiunto attraverso una migliore partecipazione all’economia circolare – spiega la Commissione – in particolare fornendo ai consumatori migliori informazioni sulla durata e sulla riparabilità di alcuni prodotti prima della stipula del contratto e rafforzando la protezione dei consumatori contro le pratiche commerciali sleali che impediscono gli acquisti sostenibili”.
Per pratiche sleali si intendono:
- Il greenwashing, cioè affermazioni ambientali ingannevoli.
- Stop a indicazioni ambientali generiche che non siano accompagnate da prove di prestazioni ambientali “eccellenti e riconosciute” pertinenti all’indicazione;
- La compensazione delle emissioni di carbonio non potrà più essere usata per affermare che un prodotto ha un “impatto zero” o ridotto o positivo sull’ambiente;
- Stop alle etichette di sostenibilità che non siamo fondate “su schemi di certificazione approvati o stabiliti da autorità pubbliche”.
- L’obsolescenza precoce, cioè guasti prematuri dei prodotti frutto di scelte deliberate dei produttori.
- Saranno vietate le pubblicità di beni con obsolescenza programmata;
- Non si potrà indicare, senza poterlo dimostrare, che un bene avrà una certa durata;
- Vietato invitare il consumatore a sostituire i materiali di consumo prima di quanto sia strettamente necessario;
- Vietato presentare come necessari gli aggiornamenti del software, anche se questi aggiornamenti si limitano a migliorare le funzionalità.
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Fonte: economiacircolare.com
Foto principale: Google DeepMind su Unsplash
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