Il documento sul 6°Rapporto di valutazione AR6, rivolto ai responsabili politici, dice che la temperatura è già salita di 1,1°
Pubblicato il nuovo Rapporto di sintesi dell’IPCC
“Le opzioni per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo sono molteplici, fattibili ed efficaci, e sono disponibili ora”.
È questo il messaggio dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, nel Rapporto di sintesi del 6° Rapporto di valutazione dell’IPCC sul clima (Ar6), pubblicato lunedì 20 marzo.
Si tratta dell’ultimo testo di chiusura e ricapitolazione dei 3 documenti, pubblicati tra 2021 e 2022, che compongono l’ultimo rapporto di valutazione dell’IPCC (AR6):
- il 1° (WG1) riassume le più avanzate conoscenze scientifiche sul cambiamento climatico;
- il 2° (WG2) elenca gli impatti del riscaldamento globale accostandoli alle vulnerabilità dei sistemi naturali e sociali, in vista di programmare l’adattamento;
- il 3°(WG3) analizza le soluzioni per la mitigazione e individua quelle più vantaggiose.
Il Rapporto è rivolto ai responsabili politici, discusso riga per riga dai governi durante la sessione di approvazione che si è svolta nei giorni scorsi a Interlaken, in Svizzera, e il rapporto “Climate Change 2023: Synthesis Report”.
Scienziati e governi hanno concordato una sintesi sui rischi legati alla crisi climatica, sulle numerose soluzioni disponibili e sui modi in cui il mondo può rispondere. I dati dell’IPCC mostrano che finora i sistemi naturali hanno riassorbito circa il 54% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uomo negli ultimi 10 anni.
I risultati dei 3 gruppi di lavoro IPCC, presi in considerazione per essere inclusi in questo Rapporto di sintesi, hanno avvertito che il clima ha la più alta concentrazione di CO2 degli ultimi 2 milioni di anni e il tasso di innalzamento del livello del mare più rapido degli ultimi 3mila anni. I rapporti del gruppo di lavoro hanno mostrato che il riscaldamento attuale è di 1,1° C e che le emissioni di gas serra hanno continuato a salire ai livelli più alti nella storia dell’umanità. Gli attuali impegni politici e finanziari fino al 2030 rendono impossibile limitare il riscaldamento a 1,5° C. In sintesi:
- Gravità perché molti ecosistemi non potranno adattarsi a un clima più caldo di 1,5°C.
- Urgenza, in quanto gli impegni presi dopo gli accordi di Parigi non sono sufficienti, si rischia di arrivare a 3,5°C nel 2100, mentre dovremmo raggiungere il picco di emissioni entro il 2025 e dimezzarle entro il 2030.
- Speranza, perché c’è spazio per soluzioni, ce ne sono molte e tutte vanno messe in campo, ma gli investimenti devono aumentare dalle 3 alle 6 volte.
Proprio le conoscenze scientifiche sul cambiamento climatico, contenute nel primo documento del sesto rapporto (AR6 WG1) dicono che il riscaldamento globale è inequivocabilmente generato dalle emissioni prodotte dall’uomo, e principalmente dal sistema energetico retto dai combustibili fossili quali gas, petrolio e carbone, e che le temperature del pianeta sono già aumentate di 1,1°C dall’era pre-industriale. Anna Pirani, climatologa dell’università di Ca’ Foscari a Venezia, tra le autrici del AR6 WG1 dell’IPCC, commenta:
A inizio degli Anni ‘30 di questo secolo probabilmente avremo già 1,5° C di riscaldamento globale. Un bambino nato nel 2020 vedrà nel corso della sua vita molti più eventi meteorologici estremi rispetto ai suoi nonni.
Gli scienziati del clima del WWF sperano “che il fondamentale rapporto IPCC spinga i governi ad agire immediatamente e a sfruttare i vantaggi dell’eliminazione dei combustibili fossili, della riduzione delle emissioni e del ripristino della natura” e l’organizzazione avverte che la finestra per limitare il riscaldamento a 1,5°C si sta rapidamente chiudendo.
Fonte: ilbolive.unipd.it e e-gazette.it
Foto principale: Jean-Christophe André su pexels
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