Ricerca mineraria e recupero dei materiali dalle “urban mine”: progetti anche nel Lazio e Toscana
Le batterie delle auto elettriche e la ricerca mineraria
Componente essenziale per veicoli elettrici risulta essere la batteria. Le materie prime da cui sono realizzate guidano ricerca mineraria e recupero di materiali dalle discariche industriali e minerarie. Le materie prime ricercate per costruire le batterie destinate al settore dell’Automotive-elettrico sono:
- litio,
- nichel,
- manganese,
- cobalto,
- terre rare e simili.
Diverse sono le iniziative in questo ambito, che coniugano ricerca mineraria e riconversione dei siti produttivi, che tenga conto del trattamento dei nuovi materiali ottenuti attraverso processi di riciclo e attività minerarie.
Nel settore minerario le aziende italiane ed estere puntano a “sfruttare” siti “dormienti” passati e presenti: è il caso del progetto Campagnano, nell’Alto Lazio, dove l’attenzione va alla ricerca del litio, elemento incluso, insieme al cobalto, nell’elenco dei 30 materiali critici stilati dall’Unione Europea per la loro importanza economica e rischio di approvvigionamento.
La Regione Lazio ha rilasciato alla società australiana Altamin la 1° licenza di esplorazione per litio in salamoia geotermica e come annunciato pochi giorni fa «ha ricevuto dalla Regione Lazio l’esclusione dallo Studio di Impatto Ambientale per Ferento, con la seconda e ultima fase una valutazione da parte della stessa Regione, che avrà inizio immediato».
Il progetto in questione prende in considerazione circa 800 pozzi geotermici perforati dalla fine degli anni ’70 agli anni ’90 tra il sud della Toscana e il nord del Lazio e con una profondità che arriva a 2.000 metri e in qualche caso si spinge anche a 4.000.
Nel pacchetto delle concessioni dell’azienda australiana anche i siti di Ferento e Galeria e una superficie complessiva di 7.500 ettari.
In un report periodico Altamin dichiara:
Le salamoie geotermiche ricche di litio rappresentano una risorsa non sfruttata che può essere potenzialmente trasformata in una preziosa materia prima europea. Le tecniche di produzione per l’estrazione del litio dalle salamoie geotermiche si stanno evolvendo rapidamente verso la commercializzazione e gli elevati gradienti geotermici presenti nelle aree del progetto possono aiutare a soddisfare in parte o in tutto il fabbisogno energetico per questo processo.
La conversione degli impianti
Un ruolo importante è rivestito dai grandi gruppi che hanno deciso di “diversificare” le produzioni, puntando proprio sulle materie prime necessarie per la produzione di batterie destinate alle auto elettriche. Per esempio il gruppo Glencore che, nel suo stabilimento gestito dalla controllata Portovesme nel polo industriale di Portoscuso in Sardegna, ha predisposto un piano per la lavorazione di manganese, nichel, litio e cobalto e ha previsto la realizzazione di un impianto per la produzione di litio dal pastello di piombo.
L’economia circolare
Un’occasione per l’estrazione dei materiali necessari per la produzione di batterie può essere rappresentata dai siti di stoccaggio dei residui delle lavorazioni minerarie. Ossia, le discariche non più in uso che potrebbero trasformarsi in nuove miniere a cielo aperto. Per Antonio Martini, ingegnere minerario ed ex dirigente di Assomineraria, è necessario «attivare progetti di recupero dei minerali nelle diverse discariche ex minerarie e promuovere con grande impulso il riciclo delle urban mine».
Fonte: ilsole24ore.com
Foto principale: Michael Marais su Unsplash
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