Come prevenire il rischio amianto nelle attività di estrazione?
La prevenzione dei rischi per l’amianto
È importante prevenire i rischi correlati all’amianto di origine naturale (Naturally Occurring Asbestos – NOA) partendo dalle cave di pietra ornamentale (serpentino massiccio, serpentinoscisto, oficalciti) e di inerti.
In questi ambiti lavorativi modalità le diverse situazioni di aerodispersione primaria di fibre di amianto – l’aerodispersione primaria è dovuta all’aggressione meccanica di rocce e terre – “dipendono fondamentalmente dalla prima lavorazione a cui è sottoposta la roccia; ad esempio, per la produzione di pietrisco questa subirà l’estrazione dal monte con uso di esplosivi a distruzione e di martelli demolitori e le successive fasi di frantumazione e vagliatura; per quanto riguarda la pietra ornamentale, l’estrazione avverrà con esplosivi a separazione, taglio con filo diamantato e successivo ribaltamento e riquadratura”. E per le due suddette principali tipologie di estrazione della roccia dal monte “occorrono macchine, attrezzi e procedure differenti con la conseguente generazione di situazioni di aerodispersione”.
Ad affrontare il tema del rischio amianto nelle attività di estrazione e lavorazione di pietre ornamentali e di pietrisco è il documento Inail “Amianto naturale e ambienti di lavoro” che raccoglie indicazioni operative per varie attività lavorative segnalando le possibili misure tecnologiche, organizzative e procedurali.
Riguardo ai rischi e alle situazioni di aerodispersione di fibre di amianto, la fase iniziale dei lavori di cava “consiste nella preparazione e manutenzione del sito che comprende l’approntamento del fronte di cava, del piazzale e delle vie di accesso (piste e rampe), nonché il successivo mantenimento di un adeguato stato di efficienza di tali luoghi”.
In questo caso si può parlare di “aerodispersione primaria laddove si effettua un reale disturbo della roccia (distacco di blocchi instabili ma principalmente approntamento del fronte di cava, del piazzale e delle vie di accesso; taglio; perforazione; abbattimento) con intercettazione di vene e filoni contenenti amianto. Nella maggior parte dei casi questa prima fase di lavoro, essenziale per la successiva coltivazione, presuppone la movimentazione di materiale già distaccato dalla roccia, comprese vene e filoni contenenti amianto, e la rifrantumazione dovuti al passaggio dei mezzi e alle operazioni di movimentazione delle macchine operatrici (aerodispersione secondaria)”.
Mentre la fase successiva di distacco della bancata assume caratteristiche differenti a seconda del litotipo, della roccia: “taglio con filo diamantato o mine direzionate a brillamento simultaneo per il serpentino ‘massiccio’; mine direzionate e tagli laterali di apertura con filo diamantato per il serpentinoscisto”.
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Fonte: Tiziano Menduto su puntosicuro.it
Foto principale: Paolo Margari su Flickr
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