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Retrofit elettrico
Il retrofit elettrico consiste in una riqualificazione elettrica di un veicolo tradizionale con motore endotermico al fine di ottenere un veicolo alimentato da un nuovo impianto a propulsione elettrica.
Con il “Decreto Retrofit” (D.M. 1 Dicembre 2015, n. 219), entrato in vigore il 26 gennaio 2016, è stata introdotta dal legislatore l’abolizione del nullaosta da parte della casa costruttrice, una clausola che rendeva impossibile apportare qualunque modifica a un veicolo senza l’autorizzazione della casa stessa.
Il costruttore dell’impianto di retrofit è responsabile dell’omologazione e della conformità di produzione di tutti i componenti, nonché delle modifiche necessarie per l’installazione. L’officina specializzata dovrebbe occuparsi delle pratiche di omologazione e immatricolazione, necessarie per poter circolare in strada, poiché ogni modello è diverso dagli altri (attacchi motore, flange, spazi per la batteria, trasmissione, impianto elettrico, …) e di conseguenza ogni auto deve avere una componentistica retrofit dedicata.
La norma si applica a tutti i veicoli delle categorie L (motoveicoli), M (veicoli per trasporto di persone) e N1 (Veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima non superiore a 3,5 t), prevedendo che il “sistema di riqualificazione elettrica” sia costituito almeno da:
- un motopropulsore (cioè un motore) e relativo convertitore di potenza, montato a monte degli organi di trasmissione;
- un pacco batterie, comprensivo di sistema di gestione elettrica e termica degli accumulatori e di sistema di sezionamento e protezione;
- un’interfaccia con la rete per la ricarica;
- eventuali altri sottosistemi necessari al corretto funzionamento del veicolo trasformato.
Constatata la componentistica dell’impianto di retrofit, un tema interessante risiede nel ciclo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie relative l’impianto di propulsione: un motore endotermico è formato da circa 300 pezzi in media, mentre un motore elettrico consta di una trentina di parti e soprattutto non necessita di frizione, cambio ed olio motore. L’installazione di un impianto di retrofit genera la rimozioni di componenti meccanici ed elettromeccanici da un comprovato valore residuo, aprendo alla possibilità di alienazione a mercati di rivendita di usato o ad un ciclo di recupero dei materiali.
Il basso costo della materia energia per la carica del pacco batterie, l’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni dell’impianto e caratteristice assicurative vantaggiose, completano un quadro di informazioni minime da conoscere sul tema del retrofit.
E per gli appassionati della mobilità, nuova e “storica”: in Area Metropolitana di Roma Capitale in Regione Lazio Pomili Demolizioni Speciali SRL è specializzato nell’ambito dei servizi di soccorso stradale e auto e moto-demolizione per veicoli elettrici o ibridi (impianto qualificato AVEI), nonché rivendita veicoli usati e storici 😉
Fonti: MIT – DECRETO 1 dicembre 2015, n. 219 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/01/11/15G00232/sg; Progetto Open CARdia https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/allegati/coop/SF_Recupero_AutomezziCiclomotori_TrasformazioneMezziverdi.pdf
Immagine principale di Alessio Fabrizi per Pomili Demolizioni Speciali Srl: stand Vaielettrico “Retrokit” a Ecomondo 2021
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