Una recente indagine della multinazionale dell’energia Centrica Business Solutions sostiene che, nel mondo, il 77% delle imprese sta valutando le opzioni della mobilità sostenibile. Per l’Italia si parla di un 46% delle aziende interpellate che ha già introdotto, in qualche misura, software o infrastrutture per la ricarica, mentre un altro 43% prevede di introdurli nel corso di 24 mesi. Secondo Christian Stella, managing director per l’Italia,

“cresce la necessità di avere facile accesso alle stazioni di ricarica nei luoghi di lavoro, nei centri commerciali e nei parcheggi: nei prossimi dieci anni, le aziende dovranno rapidamente adattarsi a queste nuove esigenze”.

Per esempio, il settore della Grande Distribuzione Organizzata o la cosiddetta “industria del tempo libero” potrebbero attrarre più clienti più a lungo installando nei propri spazi dispositivi di ricarica.

La scelta della mobilità sostenibile, ad esempio rinnovando il parco auto con veicoli elettrici o ibridi, serve ad abbattere il proprio impatto ambientale, nello specifico la carbon footprint, ovvero l’ “impronta di carbonio”, la stima delle emissioni di CO2 prodotte da un’organizzazione, ma anche da un evento, da un prodotto/servizio o da una persona.

Ma “convertirsi” alla mobilità sostenibile è anche una strategia di marketing, naturalmente, o meglio un modo di presentarsi ai clienti come una realtà aziendale attenta all’ambiente. Creare le strutture per la ricarica dei veicoli elettrici, a sua volta, contribuisce alla green reputation e alla soddisfazione del cliente interno, ovvero dei lavoratori dell’azienda stessa.

Un’opportunità che ci piace particolarmente e che porterebbe all’impresa risparmio economico e aumento della sostenibilità aziendale in toto, potrebbe essere quella di integrare i dispositivi di ricarica con energia da fonte rinnovabile (come quella solare) oppure realizzare, nello stesso impianto, la produzione combinata di energia elettrica e calore (cogenerazione).

Fonte: quattroruote.it

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