Collana di articoli sulle realtà di autodemolizione nel mondo. Dubai e gli Emirati Arabi Uniti
Report su attività di Autodemolizione a Dubai (Emirati Arabi Uniti) Used Auto & Spare Parts
Le attività di autodemolizione presenti a Dubai sono prevalentemente concentrate nell’area industriale denominata “Sharja – Alsajaa Industrial”, periferia Nord-Est del nucleo urbano.
L’area, di proprietà dello sceicco di Dubai, è caratterizzata da numerosi lotti, recintati e pavimentati, di dimensioni modeste e in cui insistono, in affitto, numerose aziende, tutte concentrate sul business Automotive.
Questo complesso industriale, è stato dedicato completamente, da parte dell’amministrazione locale, a questo settore produttivo (n.d.r.: possibile esempio di “delocalizzazione” da prendere in considerazione per altre amministrazioni locali italiane?). Tipico infatti della politica di Dubai e degli obiettivi della programmazione edilizia della città quello di concentrare in una medesima area tutte le attività similari che offrono uno stesso servizio.
Ogni area di cui sopra non è altro che un parcheggio in cui sono presenti, salvo casi particolari, tettoie con scaffali dove è allocata la ricambistica.
È doveroso introdurre a questo testo una premessa: in questo territorio l’autodemolizione non è inquadrata come un’attività di trattamento rifiuti ma come attività commerciale che propone in vendita beni usati destinati al riuso.
Il veicolo, ancorché non più utilizzabile per fini stradali, non viene considerato rifiuto, ma un bene usato dal quale ricavare parti usate da rivendere come ricambio. Ciò comporta il fatto che non esiste una disciplina e/o regole, come quelle vigenti in Europa, che impone a tali strutture di adeguarsi a livello normativo a divenire strutture industriali per il trattamento dei rifiuti. Adempimenti e adeguamenti non da poco in termini economici in quanto qui, in questa regione del mondo, è possibile essere considerati a norma avendo un piazzale, sostanzialmente adibito a parcheggio, in cui posizionare veicoli in attesa di smontaggio di parti usate destinate alla rivendita come ricambi.
In alcuni casi particolari, e che rappresentano un’élite per la zona, sono presenti società (qui chiamate compagnie L.L.C. corrispondenti circa alle nostrane S.R.L.) che hanno improntato capannoni al coperto con all’interno scaffalature in cui vengono depositati ricambi con criteri di logistica e di magazzino pronti per essere venduti anche tramite mezzi digitali.
Non esiste sostanzialmente un processo di messa in sicurezza del veicolo: i mezzi vengono “bonificati” nel tempo attraverso lo smontaggio di ogni singola componente fino all’ottenimento di un veicolo, privo di componenti, costituito prettamente dal solo telaio.
Questo aspetto è considerato plausibile per le seguenti specificità locali:
- ogni azienda non tratta numeri elevati di auto e non ci sono rilevati fenomeni di rottamazione di massa,
- la tipologia di veicoli presenti, in strada marcianti e in deposito in questi magazzini, è di estrema qualità e importanza (Dubai è una metropoli moderna con una concentrazione di persone abbienti in possesso di numerose auto di lusso: statisticamente le auto che giungono a fine vita sono prevalentemente super car per le quali è normale e comprensibile dedicare una attenta attività di selezione e cernita delle parti di valore.
- Non esiste una specifica normativa ambientale che disciplina tali attività.
NB: questo aspetto verrà nel tempo approfondito (per non incorrere nel pericolo di affermare cose non vere, anche per la difficoltà di accesso alla documentazione ufficiale governativa).
A livello amministrativo la vettura in questo posto del mondo viene identificata su strada da una targa univoca che però accompagna il proprietario e non il veicolo stesso. Database e memoria storica di queste “immatricolazioni” è la motorizzazione locale chiamata “RTA”.
Quando una persona decide di “dismettere” l’auto, sostanzialmente comunica la cancellazione della targa ma non esiste una procedura per la rottamazione del veicolo.
Il veicolo, privato della targa, può essere passato di consegna ad una impresa, che per l’appunto può decidere di destinarlo alla rivendita dei ricambi, oppure ceduto ad una altra persona che può reimmatricolarlo, con l’assegnazione di una nuova targa o della precedente, attraverso l’esecuzione di un test tecnico di verifica sullo stesso veicolo.
Un aneddoto interessante è la questione dell’asta delle targhe: le targhe di Dubai sono identificate solo da cifre numeriche crescenti e in ordine progressivo. Più il numero, che identifica la targa, è basso (quindi tendente all’1) più la stessa ha valore. A Dubai è possibile riconoscere una persona estremamente ricca dalla lettura della targa. Esistono delle vere e proprie aste (http://www.emiratesauction.com/en/Cars/OnlineAuction.aspx) delle targhe (visto che è possibile passarsele in consegna) che arrivano anche a cifre folli (dell’ordine dei milioni di euro). Anche perché, per il vizio degli emiratini (così chiamata gli abitanti local) di ostentare ricchezza, visto che mediamente molte persone che abitano questi luoghi possiedono veicoli lussuosi, per distinguersi ancor meglio e risultare più ricchi di un altro, un metodo è dare valore al possesso di una targa con numero bassi, considerando come parametro massimo la targa n. 1 in possesso dello sceicco e padrone di Dubai e del numero 2, suo figlio.
Le vetture arrivano quindi alla loro fase finale di smantellamento attraverso la decisione dei privati di disfarsene e soprattutto vengono anche acquisiti dai locali demolitori (termine non proprio corretto che identifica queste figure visto che svolgono più la funzione di ricambisti) attraverso aste governative riguardanti veicoli sequestrati, in custodia in siti che sono distese di automobili a cielo aperto nel deserto.
Il ciclo dei rifiuti è ad ogni modo considerato come parte residuale di una catena che prevede, nelle fasi precedenti, una valorizzazione di massima delle componenti di un’unità veicolo e alla fine gli impianti di riciclo dei materiali ferrosi. Esiste un impianto dedicato al recupero dei materiali ferrosi che ritirano, a pagamento, le carcasse di veicoli svuotate di tutte le componenti più importanti.
Nei prossimi articoli cercheremo di verificare con quali metodologie operative ma soprattutto con quali modalità amministrative gestiscono questi materiali e se mai entra in gioco in concetto di rifiuto e in quale veste (https://beeah.ae/en/recycling-points).
Questo lavoro è stato frutto di una “full immersion” di 4 giorni (gita fuori porta!) che ha consentito di visitare alcune decine di strutture di autodemolizione negli Emirati Arabi Uniti.
Attraverso queste visite si è potuto rilevare che i prezzi di mercato dei ricambi (qui ricordo costituiti da parti di auto mediamente di lusso, introvabili in taluni casi in tutto il territorio europeo) o dei veicoli interi usati sono pressoché allineati a importi europei sebbene si sia in presenza di un costo del lavoro (manodopera e adempimenti operativi e amministrativi in termini di sicurezza sul lavoro) molto basso se paragonato a standard occidentali.
Immagine di copertina: Ijaz Rafi su Unsplash | Foto: Luca Pomili per Pomili Demolizioni Speciali
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